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15.6.05. Anche in pianura si pu? vivere
19.5.05. Torri ecologiche... quasi gemelle
18.5.05. Alla ricerca dei materiali perduti...
20.4.05. L'acqua ? bene farsela amica
20.4.05. Pi? metri alla bioedilizia
20.4.05. Bioedilizia contro le polveri sottili
17.3.05. La casa con la cresta
16.2.05. Una casa tra yin e yang
16.2.05. Pannelli solari obbligatori
16.2.05. Case che consumano meno
16.2.05. In Veneto c'? pi? sole
17.12.04. La culla del Feng Shui
16.12.04. Mappe mentali, come orientare l'anima
25.11.04. Emozioni fatte in casa
15.10.04. Geometria delle passioni domestiche
29.7.04. Dalla pancia alla culla
6.5.04. Ritrovarsi in un giardino
15.4.04. Un nido di buona energia
24.3.04. L'ecologia va in condominio
25.12.03. Acqua, il valore si fa in casa

 

Mappe mentali, come orientare l'anima

Sapersi orientare nei luoghi dove viviamo significa trovare equilibrio e nuova energia. Il disagio degli immigrati ? anche un problema di spazio. Piccoli esercizi per ritrovarsi...

Angoscia territoriale. E? il nome che Ernesto De Martino, il maggiore antropologo italiano di cui noi ricordiamo ?Il mondo magico?, ha dato per denotare la vertigine e il disagio di chi ? sottratto ai propri punti di riferimento di indigeno. Un?angoscia che se si protrae nel tempo pu? acuirsi in una vera e propria sindrome con insonnia, anoressia, palpitazioni e una costante nostalgia della propria terra. La scienza medica spesso stenta a riconoscere negli immigrati, sradicati dalla propria terra, l?origine di tali sintomi e pensa che i ?cittadini?, uomini a loro agio dappertutto, ne siano completamente immuni.
In realt?, come dice il filosofo Franco La Cecla, l?appartenenza, vale a dire l??indigenit??, ? oggetto di un?operazione di ?piazza pulita? della maggior parte delle culture, il cui sistema di vita era strettamente legato alla localit?.
L?indifferenza al territorio, come risultato di quest?operazione, si pu? notare in molti modi. Nella mia attivit? d?esperto e consulente di Feng Shui vengo spesso in contatto con problemi d?orientamento. Dove si trova il Sud? E il Nord? Dove nasce il sole? Come ? orientata la facciata della vostra casa? Le risposte nella maggior parte dei casi sono vaghe, se non sbagliate completamente. Le difficolt? a comprendere la localit? non riguardano solamente l?orientamento astronomico, ma anche la dislocazione di fiumi, strade, colline, montagne nei dintorni dell?abitazione. I problemi d?orientamento si acuiscono ogni volta che c?? stato un recente trasloco e riguardano anche l?orientamento sociale: dove si trovano i mezzi pubblici, il panettiere, le strade principali, i giardini pubblici, il vicinato.
Nel processo d?individuazione, fin dai primi momenti dello sviluppo embrionale, noi costruiamo i nostri punti di riferimento spaziali. Il nostro stesso linguaggio ? zeppo d?espressioni che derivano dalla spazialit?. Per esprimere concetti utilizziamo il discorso, che ? in fondo un percorso con luoghi, figure mentali, metafore. Anche la coerenza del nostro linguaggio deriva dalle mappe mentali. Un sottofondo dal quale trasportiamo idee, concetti e direzioni del pensiero. Le mappe si formano attraverso l?interazione con gli spazi ambientali, abitativi, le forme del paesaggio, dell?architettura.
Una volta che l?importanza della spazialit? nella nostra societ? ? trasformata in un?anonimit?, viviamo non-luoghi come sale d?attesa, autogrill, paninoteche, uffici, tutti uguali tra loro, in cui la personalit? di chi li vive non pu? trasformarli. La specificit? dei terreni su cui sono costruiti non ha importanza. Il linguaggio, e la nostra salute mentale e fisica, ne subiscono le influenze fino alla povert? e al degrado.
Come far fronte a quest?anonimit?? Dal punto di vista del Feng Shui si agisce con la ricostruzione di una mappa mentale. Con le forme dei cinque elementi, i soggetti ritrovano nello spazio la loro funzione simbolica ed energetica: sapere dove siamo, in ogni luogo e in ogni momento. Un nuovo interesse per la territorialit?, che pu? integrare e comprendere sia l?impegno sociale per modificare il degrado ambientale contro l?anonimit? delle citt? e delle case, sia una ricerca individuale per trovare il proprio centro. Come dice La Cecla, a fare ?mente locale?. Se vuoi elaborare la tua mappa mentale vedi il paragrafo a pag.6 .

I problemi di riambientamento e d?orientamento si possono certamente classificare come problemi sociali. L'immigrato, per il solo fatto che ha perso i punti di riferimento dell?indigenit?, pu? subire grossi problemi di salute mentale e fisica. Ci si rende conto dell?enormit? del danno che ? prodotto a queste persone se osserviamo che i primi luoghi nei quali cercano di ricostruire un orientamento sono i centri di prima accoglienza, case fatiscenti e degradate, sale d?aspetto di stazioni, luoghi d?emarginazione se non addirittura centri di detenzione e carceri. La capacit? di modificare il proprio ambiente, se si ? ridotta notevolmente per i cosiddetti cittadini, per gli immigrati ? in pratica nulla. Essi devono inchinarsi ai modelli culturali che sono gi? perniciosi per noi, cittadini nativi. Figuriamoci per chi deve abbandonare luoghi, con una cultura dello spazio raffinatissima, come l?Africa subsahariana, l?India, il Maghreb. Dare la possibilit? di ricostruire forme architettoniche e urbanistiche d?origine alle popolazioni immigrate di fatto permetterebbe alle donne maghrebine di vivere con l?aiuto reciproco di altre donne in spazi come i cortili interni delle case plurifamiliari, totalmente assenti nei casermoni di periferia delle nostre citt?. Il fatto che gli unici spazi che sono permessi agli immigrati siano quelli religiosi riduce i problemi di riorientamento alla dislocazione di moschee o luoghi di culto. Le comunit? maghrebine non sono solo musulmane, ma finiscono per diventarlo, perch? lo spazio religioso ? l?unico che permette il loro riorientamento nei paesi occidentali con tutti i problemi che l?enfasi religiosa porta con s?. Esperimenti urbanistici per ricostruire case plurifamiliari con cortili comuni sono stati fatti nelle banlieu parigine, ma sono rimasti poco pi? che esperimenti, non incidendo sul riorientamento globale della societ?.
La xenofobia e l?intolleranza verso l?immigrazione rinforzano la tendenza all?anonimato dei luoghi e dei territori mentre sembrerebbe il contrario. E? proprio il fatto di non aver risolto i problemi del riorientamento nella nostra societ? a provocare un?esaltazione distorta di territorialit?. Land und Blut, terra e stirpe, sono concetti legati a civilt? che hanno perso il loro legame con i luoghi. Per ricostruire questo rapporto il lavoro ? lungo e difficile e non ha niente a che fare con nazionalismi, campanilismi o ritorno a tradizioni culturali ormai interrotte. Solo studiando come i popoli antichi avevano concepito l?insediamento in rapporto simbiotico col paesaggio, raffinando i loro metodi d?indagine e applicandoli alle moderne discipline dell?architettura, dell?urbanistica, della progettazione ambientale, con uno sforzo di tutti per riacquisire tecniche e conoscenze di se stessi e dell?ambiente circostante, per indirizzare le politiche pubbliche e l?economia verso il loro e il nostro riorientamento, solo in questo modo sapremo di nuovo dove siamo e dove potremo andare.

SCRIVI LA TUA MAPPA MENTALE

Nei miei corsi base di Feng Shui insegno come prima cosa proprio a fare ?mente locale?. Utilizzando dei semplici esercizi di riorientamento si cerca di rendersi conto dove siamo in questo momento e in base alla teoria dei quattro animali si prende coscienza del dove sono le energie che ci influenzano ascoltando le nostre reazioni.
Uno di questi esercizi ? quello di ?riambientamento?: si tratta di descrivere il percorso che facciamo ogni mattina per andare al lavoro o per uscire da casa, partendo dal momento in cui ci svegliamo. La descrizione deve essere molto semplice e riguarda solo le cose che vediamo di fronte: ad esempio suona la sveglia, apro gli occhi e vedo una finestra, mi metto seduto sul letto e vedo un mobile marrone, vado in bagno e vedo un quadro con i delfini, e cos? via.
Scopo di quest?esercitazione ? osservare in maniera il pi? possibile distaccata il percorso che ognuno di noi fa ogni mattina. Si inizia cos? a prendere coscienza dell?influenza degli oggetti e degli spazi della nostra percezione superficiale. La nostra esperienza in seguito modifica le percezioni e le inquadra nelle simbologie emotive creando nodi di significato locale-mentale che sono i luoghi deputati delle mappe mentali.
Un altro esercizio consiste nel percorrere in senso inverso il percorso descritto prima, annotando per ogni azione specifica la direzione geografica: ad esempio esco dall?ufficio e mi dirigo verso sud per raggiungere il parcheggio, percorro l?autostrada verso est e cos? via.
Altri esercizi consistono nell?annotare la nostra posizione a tavola, in ufficio, quando si parla al telefono o si discute, quindi provare a cambiare posizione e osservare se ci sono conseguenze buone o negative. Imparare dall?esperienza ? la strada della conoscenza pi? difficile, lunga e tortuosa e non vi consiglio di trovare da voi stessi le leggi che regolano questo tipo di riorientamento. Vi invito quindi a scrivermi parlando delle vostre mappe mentali cos? come vengono fuori da questi primi esercizi.

     
    ascesa@katamail.com